La celiachia e la sensibilità al glutine sono due patologie che spesso vengono confuse, ma in realtà si tratta di due condizioni differenti con caratteristiche e sintomi diversi. In questo articolo vedremo quali sono le principali differenze tra queste due patologie, come riconoscerle e diagnosticarle.
A differenza della celiachia, come già spiegato nei precedenti articoli, la sensibilità al glutine è una condizione in cui una persona avverte sintomi gastrointestinali o extra-gastrointestinali dopo l’assunzione di alimenti contenenti glutine, senza che si verifichi un danno all’intestino tenue. I sintomi possono includere mal di testa, bruciore di stomaco, gonfiore addominale, stanchezza e nebbia mentale. A differenza della celiachia, la sensibilità al glutine non è una malattia autoimmune e non causa danno all’intestino tenue. Non esistono test specifici per la sensibilità al glutine e la diagnosi viene fatta per esclusione, dopo aver verificato che non si tratti di altre patologie.
Per quanto riguarda la diagnosi della celiachia, esistono diversi test che possono essere utilizzati. Il test più comune è la ricerca degli anticorpi anti-transglutaminasi (IgA-tTG) nel sangue. Se il test risulta positivo, viene effettuata una biopsia dell’intestino tenue per confermare la presenza della malattia. È importante che la persona che si sottopone al test continui a seguire una dieta contenente glutine fino alla sua esecuzione, poiché una dieta senza glutine può falsare i risultati.
Come accennato nel paragrafo precedente, la sensibilità al glutine è una condizione che si manifesta con sintomi gastrointestinali o extra-gastrointestinali dopo l’assunzione di alimenti contenenti glutine, senza che si verifichi un danno all’intestino tenue. A differenza della celiachia, non esistono test specifici per la sensibilità al glutine e la diagnosi viene fatta per esclusione.
Ciò significa che prima di diagnosticare una persona con sensibilità al glutine, il medico deve verificare che non siano presenti altre patologie che potrebbero causare i sintomi simili a quelli della sensibilità al glutine. Tra queste patologie vi sono la celiachia, la sindrome dell’intestino irritabile, la malattia di Crohn e altre malattie gastrointestinali.
Il medico potrebbe quindi chiedere alla persona di eliminare il glutine dalla propria dieta per un periodo di tempo, solitamente alcune settimane, per verificare se i sintomi migliorano. In caso di miglioramento dei sintomi, si potrebbe sospettare la presenza di sensibilità al glutine. Successivamente, il medico potrebbe richiedere alla persona di reintrodurre gradualmente il glutine nella dieta per verificare se i sintomi ritornano.
Tuttavia, è importante notare che l’eliminazione del glutine dalla dieta non dovrebbe essere effettuata senza il supporto di un medico o un dietista professionista, poiché una dieta senza glutine può causare carenze nutrizionali se non viene gestita correttamente. Inoltre, l’eliminazione del glutine dalla dieta potrebbe rendere più difficile una successiva diagnosi di celiachia, poiché per diagnosticare questa patologia è necessario che la persona assuma glutine.
In conclusione, la sensibilità al glutine non può essere diagnosticata attraverso un test specifico e richiede una diagnosi per esclusione. È importante rivolgersi a un medico specialista per una corretta diagnosi e per individuare il trattamento più adeguato. In ogni caso, l’eliminazione del glutine dalla dieta dovrebbe essere effettuata solo sotto la supervisione di un professionista qualificato.